Il mondo delle memorie di massa, o come spesso vengono definite “spazi di archiviazione”, è davvero sterminato. Sembra non esistere confine per quanti sono i dispositivi di memorizzazione che il mercato offre all’utente. Sicuramente tra i più usati e interessanti (perché duttile e praticamente il migliore sulla piazza per determinati lavori) c’è l’hard disk. Che sia interno o esterno porco importa, dato che viene comunque scelto in ogni caso.
Da questo punto di vista, però, va detta una cosa: gli hard disk hanno un metodo ben preciso di smaltimento che non tutti seguono alla perfezione. Molti perché non lo conoscono, ovviamente. Che cosa succede quando un hard disk si rompe? Dove va buttato per correttezza?
Lo scopo di questa guida è quello di rispondere ad entrambe queste domande, cercando di essere precisi e puntuali il più possibile. Innanzitutto cercheremo di riconoscere un hard disk rotto, che manda segnali inequivocabili al consumatore, e in secondo luogo andremo a vedere quale procedura di smaltimento andrà utilizzata per liberarsene in totale tranquillità.
Come riconoscere quando un hard disk è rotto?
Sappiamo bene che questa guida è incentrata soprattutto sullo smaltimento di rifiuti come l’hard disk. Penso sia utile, però, concentrarsi più nel dettaglio in qualcosa che ci faccia capire quando un hard disk è rotto o sta per rompersi del tutto. Questa cosa, oltre ad aiutarci a riconoscere l’eventuale danno, ci potrà mettere in guardia prima che tutti i file memorizzati nell’hard disk scompaiano con lui. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Oltre a questi “sintomi” sonori ed evidenti, esistono tutta un’altra serie di minacce che dovete riconoscere e che sono più silenti. Ad esempio, una delle più comuni riguarda lo strano caso in cui l’hard disk, non si sa perché, non si accende o non viene letto dal computer (o dal dispositivo a cui è connesso). Un altro dettaglio che potrebbe sembrare insignificante, ma che di fatto non lo è per niente, riguarda la velocità di trasferimento: se l’hard disk è palesemente più lento del solito, o comunque fatica a fare il suo lavoro, è evidente che c’è un problema logico.
Le differenze fra i possibili danni non sono tanto secondarie. Questa divisione che vi ho appena fatto vedere è molto importante per stabilire due cose: la prima è il tipo di danno che è occorso all’hard disk, la seconda riguarda la possibilità o meno di recuperare eventualmente i materiali presenti nell’hard disk. Su quest’ultimo punto, infatti, c’è da dire una cosa molto importante: a seconda del tipo di danno o di errore, i dati potranno essere recuperati o no.
Quindi, in poche parole, riconoscere eventuali segnali di rottura vi aiuterà anche a capire che tipo di danno avete di fronte, così da non dover assolutamente ricorrere per forza allo smaltimento e basta. Magari un hard disk si può recuperare.
Cosa fare prima di gettarlo via?
Dunque, abbiamo appena concluso di spiegare e descrivere i potenziali segnali o minacce di rottura di un hard disk. Magari ce ne sono altre, per carità, ma quelle che vi ho elencato sono sostanzialmente le più comuni e diffuse. Detto ciò, però, il punto chiave è che il vostro hard disk si è rotto o si romperà a breve. Se avete appurato che non c’è più nulla da fare, come ci si deve comportare?
Dato che un hard disk, almeno di solito, può contenere file sensibili, magari privati, foto e video di famiglia, documenti importanti che possono essere in qualche modo recuperati, è sempre bene cercare di cancellare il possibile. A questo punto vi chiederete: “ma come faccio a cancellare i dati se l’hard disk non funziona e non si accende?”.
Questa è una bella domanda a cui, in ogni caso, c’è sempre una risposta molto semplice e comune: dovete romperlo ancora di più. Dovete smontarlo, in sostanza, in modo tale che qualsiasi tipo di atto non potrà aver lo scopo di aggiustarlo o recuperare dei dati al suo interno. Distruggere un hard disk è una pratica molto comune tra coloro che se ne trovano uno rotto tra le mani.
Per fare ciò vi basterà aprirlo e smontarlo, appunto, pezzo per pezzo. Togliere le viti ed estrarre ogni singola parte fisica. Magari puntellarla con qualche cacciavite, in modo da incrinarla o rovinarla in qualche modo. Insomma, questo è sempre un buon modo per evitare che qualcuno possa rubare i vostri dati.
Rifiuti elettronici e RAEE
Veniamo finalmente al paragrafo che forse più ci interessa. Prima abbiamo passato in rassegna tutto ciò che va saputo di contorno allo smaltimento di un dispositivo come l’hard disk. Ora passiamo allo smaltimento vero e proprio.
Gli hard disk fanno parte dei cosiddetti “rifiuti elettronici”. Vengono denominati anche RAEE e sono molto diversi, ad esempio, dalle semplici batterie. Anche queste ultime vanno smaltite nel modo corretto e appartengono alla medesima categoria, ma risultano meno “sensibili” degli hard disk.