Quando si parla di hard disk spesso si parla di alcuni piccoli accessori molto importanti, tra cui i cosiddetti jumper. Talvolta, infatti, sul retro del tuo disco rigido ci sono dei pin a cui potrebbe non essere collegato niente. Questi pin sono chiamati jumper e vengono impiegati per abilitare alcuni tipi specifici di impostazioni. Al contrario, non vengono adoperati molto spesso con i moderni hard disk, a parte in alcune circostanze particolari. Il jumper, in certi casi serve proprio per limitare il trasferimento dei dati e dei file.
Come funziona il jumper
In buona sostanza il jumper è quindi una sorta di piccolo ponticello che serve per limitare il trasferimento dei propri dati. Questo significa quindi che con il jumper inserito, l’hard disk va a circa 150 mbps, mentre senza il jumper viene sfruttata tutta la sua velocità di trasferimento, che è pari a 300mbps, per i dischi rigidi ATA di oggi. I jumper hanno la forma di piccoli ponticelli che cortocircuitano e descrivono i circuiti interni unendoli fra di loro. Ad esempio, se in un computer sono presenti due lettori CD o DVD e un masterizzatore, allora occorre settare i jumper secondo il codice master, slave e cable select.
Il master indica che è l’hard disk o il lettore o masterizzatore principale del canale. Se l’hard disk o il masterizzatore è l’unico che è presente sul canale, allora questo va settato per forza in master. Se invece un canale supporta più periferiche ci deve essere sempre un solo master per ciascun canale. La dicitura slave invece indica che l’hard disk o il masterizzatore CD o DVD non è settato come quello primario del canale. A differenza del master, possono essere disponibili anche più slave su un medesimo canale, sempre che questo canale supporti un certo numero di periferiche.
Hard disk con jumper: cosa c’è da sapere
Gli hard disk con jumper offrono diversi vantaggi di uso. In particolare, uno dei tanti è la loro capacità di limitare la velocità e la quantità dei dati che vengono trasferiti. Questo processo di rallentamento infatti in molti casi può essere anche molto utile, a seconda delle singole situazioni. Tuttavia, la funzionalità jumper è sicuramente poco usata in campo domestico, ma è molto utile in ambito aziendale per un certo tipo di attività. È come il caso dei modelli di hard disk a cassetto, i cui server che vengono cambiati di continuo; in questo caso, occorre solamente spostarli senza dover settare nessun apparecchio.
Se si hanno invece due o più unità come lettori o masterizzatori, allora occorre settali, uno su master gli altri su slave. Grazie alla funzionalità dei jumper è possibile inoltre abilitare e attivare delle impostazioni ben definite posizionando uno shunt di ponticelli su dei piedini e creando un circuito elettrico. In questa maniera, quindi, le impostazioni attivate da questi ponticelli vengono poi codificate a fondo sul circuito stampato che viene programmato dall’unità.
Hard disk senza jumper: pro e contro
Veniamo adesso al caso contrario, ovvero a quello che riguarda l’uso di un hard disk senza settare un jumper. Se non si possiede un jumper, non si può impostare il proprio hard disk come master (per un disco primario), come slave (come secondario) e né come cable select. Non puoi impostare nessuna limitazione di uso dell’hard disk per un’interfaccia di connessione inferiore rispetto a quella dell’hard disk stesso. In questo modo, il tuo hard disk non risulterà essere retro-compatibile con dei controller di vecchia data.
Se non setti un jumper nel tuo hard disk non puoi limitare ad esempio il SATA 3 al SATA 2, e il 2 all’1. Per questo motivo, se usi un hard disk senza jumper non puoi pretendere che il tuo hard disk con SATA 3 sia retro-compatibile con un controller di tipo SATA 1. Ciò che fanno i birilli dipende solo dal tuo drive e dal suo produttore. Senza un jumper non puoi nemmeno impostare alcuni parametri, tra cui ad esempio quello che abilita il clock a un SSC, non riuscendo così a limitare le eventuali interferenze elettromagnetiche.